giovedì 17 gennaio 2013

Traiettorie


«mentre stavo andando da tiziana ho attraversato la strada
e poi l'ho riattraversata, cosicché poteva sembrare ad un signore che lo stessi seguendo
però avevo il passo svelto e l'ho superato
e quindi mi sono sflesciata questa cosa, che il signore poteva pensare che lo stavo seguendo»

***

Quando vado da Tiziana per questi giretti digestivi post cenam imbocco sempre lo stesso marciapiede. Stavolta però ho attraversato la strada per vedere meglio un cartellone pubblicitario. In mezzo alla via c'era un signore proveniente dalla direzione opposta. Siccome sono abitudinaria, ho riattraversato verso il solito marciapiede. Il signore era davanti a me, ma il mio passo frettoloso accorciava le distanze. Ho messo su gli auricolari e l'ho superato, mentre partiva "Younger us" dei Japandroids. Che non è il pezzo ideale per una serata in cui ha grandinato.

E ho cominciato a chiedermi che cosa potesse pensare quel signore della mia curiosa traiettoria. Che dapprima lo stessi seguendo. Che poi lo avessi superato per non far sembrare che lo stessi seguendo io, ma che fosse lui a inseguire me. Un distinto signore di mezz'età che si mette a inseguire una giovane donna imbacuccata che ascolta un pezzo estivo, che finge di essere ignara del fatto che lui la stia seguendo, ma in realtà è diabolicamente consapevole di essere lei ad aver cominciato a seguire lui e di averlo superato per far sembrare il contrario. Per far sembrare un signore distinto e perbene, un homo frugi sulla cinquantina, un mostro pericoloso. Un gesto così vile e infamante da suscitare la necessità di un atto immediato per prendere le distanze da quella situazione ambigua nella quale era stato incastrato. Così, mi avrebbe raggiunto e mi avrebbe sgozzata, dimostrando in modo esemplare che era una persona di sani principi, che non faceva certe porcherie da maniaco.

Nel frattempo avevo raggiunto il semaforo ed era verde. Ma mentre attraversavo la strada, un'auto ha inchiodato davanti a me. Dai vetri appannati ho visto due sudamericani ed elegantemente li ho mandati affanculo per aver rischiato (cercato?) di investirmi nonostante per loro fosse rosso. E se avessero svoltato a sinistra nella via in cui ero, accostando e chiedendomi un'informazione per poi infilarmi a forza dentro la macchina? Un quantitativo indeterminato di ore legata ad una sedia, mentre loro mi avrebbero seviziato in un modo inimmaginabile prima di ammazzarmi.

Va bene. Se il modo è inimmaginabile è perché era difficile da immaginare qualcosa che fosse meno scontato. Gente che ti chiede una scusa, ti rapisce, ti sevizia e ti ammazza? L'ha già fatto, per citarne uno, Haneke.
Due volte.
E senza bisogno che i due aguzzini fossero extracomunitari.

La canzone è finita e sono quasi arrivata sotto casa di Tiziana.
Quando torno a casa le scrivo, ma contestualizzandole nel tragitto di 5barra6 minuti da casa mia a quella della mia amica.
Torno a casa e aggiorno il blog. Ma di sicuro non mi piacerà quello che ho scritto. Sicuro.
Meglio che prenda il libro di latino.
Sì, decisamente meglio.

venerdì 4 gennaio 2013

criptofrociate 2.0

Le relazioni a distanza si basano su dei ritmi completamente contrari alle relazioni normali. Tipo che non vi vedete per un mese, ma in cinque giorni disfate rifate il letto, uno dei due cucina e l'altro lava i piatti. per cinque giorni diventate una splendida coppia di maritoemogliedaventanni che però scopano ancora. È una cosa fighissima fintanto che succede per cinque giorni ogni mese.

Io non avevo mai preso in considerazione l'idea di una relazione a distanza. Perché ci sono dei ritmi anche nella fase DISTANZA, ritmi e abitudini che vanno attentamente calibrati.
Puntualizziamo: relazione a distanza nel 2012. Tette che volano su whatsapp, fra emoticon pucciose di gattini. Un codice di coppia basato quasi interamente sulle emoticon filonipponiche di WA: "solo io e te sappiamo che significano la balenottera e il drago". Una relazione sublimata all'inverosimile, astratta e purificata dalle dinamiche reali. Le dinamiche reali quotidiane le lasciamo fuori. Buongiorno, buonanotte, salvati. Vivere il quotidiano insieme può essere una cosa molto bella, raccontarselo ogni giorno ti precipita nel buco nero del primo fidanzato, quando avevi quattordici anni e castigarti in telefonate fotocopiate giorno dopo giorno ti sembrava la perfezione di una relazione. Putain.
E dunque, ho capito la lezione alla veneranda età di quasi milf. Impararla è un altro grandissimo paio di maniche, e spero non ci vogliano altri ** anni prima di essere perfettamente padrona di queste dinamiche relazionali. Perché il problema è: ogni quanti giorni è lecito telefonare/scrivere/taggare o postare troiate nel suo wall/mandare una foto sexy/mandare un video con un bacio a stampo (sì, capita)?

Qual è la data di scadenza degli impeti zuccherosi?